L'editoriale in primo piano

 Ecco l'intervento del Presidente dell'Associazione Giovanni Bissoni, buona lettura!

 Ecco l'intervento del Presidente dell'Associazione Giovanni Bissoni, buona lettura!

La nostra Associazione nasce nel nome di Giovanni Bissoni con l’intento di difendere la sanità pubblica dall’attacco che le viene portato in questi anni e con l’obiettivo di dare voce e rilanciare i valori che hanno ispirato la vita di Giovanni, compreso l’esempio che ci ha dato di fronte alla malattia e alla morte.
L’incontro pubblico tenuto giovedì 11 luglio al MAST di Bologna intitolato ad una sua frase: “Che nessuno mai sia lasciato solo. Le scelte alla fine della vita” è stato per la nostra Associazione
un modo per aprire un confronto fra differenti culture e sensibilità. Per questo ringraziamo Isabella Seragnoli per l’ospitalità nel contesto del prestigioso MAST, insieme alle relatrici Alessandra De Palma e Danila Valenti, ai protagonisti della Tavola rotonda: il Cardinale Matteo Maria Zuppi, l’on. Donata Lenzi, il professor Stefano Canestrari e Pier Luigi Bersani, socio onorario dell’Associazione, intervenuto in conclusione.
Il tema dell’incontro è stato come rispondere alla discussione che si è aperta in merito alla richiesta di aiuto medico al suicidio, di cui la Corte costituzionale ha recentemente definito i criteri per la non punibilità, rivisitando l’articolo 580 del codice penale (che è – va ricordato – del 1930).
La sentenza è largamente basata sui principi introdotti con la legge 219/2017 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento) e con la legge 38/2010 (Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore).
Il dibattito ha evidenziato
l’intreccio fra diritti civili e diritti sociali, rendendo esplicito come il buon funzionamento del Servizio sanitario nazionale sia una precondizione per consentire alla persona una scelta libera e consapevole e quindi, in primo luogo, informata.  L'informazione e la comunicazione richiedono l'impegno e la capacità di tutto il personale sanitario. Esse sono anche il prodotto di un ampio dibattito della società civile, che la nostra iniziativa vuole contribuire a stimolare.
Un ulteriore pilastro è rappresentato dalla effettiva possibilità - non l'obbligo – per la persona di
accedere a tutte le cure palliative possibili, offerta che la Consulta considera pre-condizione per la valutazione di accesso al suicidio medicalmente assistito. Per garantire questa possibilità occorre superare le differenze fra Regioni, e all’interno della stessa Regione. Un altro esempio di come questi problemi si intreccino anche con le politiche sanitarie nazionali. 
La confusione esistente impone di chiarire un ultimo punto che dovrebbe essere pleonastico: una disciplina del suicidio medicalmente assistito richiede l'intervento del Parlamento con una legge nazionale. 
Vasco Errani